Brigaldara

Viticoltura

Prospettiva Brigaldara

Un panorama viticolo che abbraccia aree così diverse della Valpolicella merita una conduzione agronomica votata alla valorizzazione dell’espressività dei diversi terroir e microterroir che compongono la complessa e sfaccettata prospettiva di Brigaldara.

La conduzione agronomica è stata dunque impostata sulla centralità del vigneto, in cui le principali operazioni vengono compiute a mano da un team di agronomi dedicato che lavora a stretto contatto con gli enologi e la direzione. Tutte le scelte sono condivise e progettate nel massimo rispetto della biodiversità e dell’equilibrio vegeto-produttivo dell’ecosistema in cui è inserita la vite, prestando massima attenzione alla piena maturità delle uve e tenendo conto dei bisogni e delle necessità di ogni singolo vigneto. Tempestività degli interventi, delicatezza delle operazioni e una riduzione dei trattamenti allo stretto indispensabile, garantiscono una visione sostenibile del “vigneto Brigaldara” nel lungo periodo, il cui impatto è ridotto attraverso la messa al bando di fitofarmaci e prodotti di sintesi, a favore di un uso ragionato di zolfo, rame e concimazioni con letame pellettato.

Brigaldara

Un legame antico e lungimirante

Il rapporto di Brigaldara con il territorio della Valpolicella non si esaurisce nella produzione vitivinicola. È la restaurazione di un legame antico e, nello stesso tempo lungimirante, con la terra. Il recupero di una dimensione organica del coltivare e del vivere la viticoltura che vede al centro della propria azione agronomica la sostenibilità e la valorizzazione delle sinergie naturali tipiche di un ecosistema in equilibrio.

L’ecosistema rurale di Case Vecie

Negli oltre 70 ettari di Case Vecie, a Grezzana, Brigaldara ha impostato la propria azione secondo una prospettiva ecosistemica dove uomo, piante e animali completano un ciclo virtuoso: accanto ai vigneti si pratica la silvicoltura, si curano i campi e i muretti a secco, si gestisce la tartufaia e si reintroduce l’allevamento di pecore negli ampi prativi da secoli dedicati alla pastorizia.

La tartufaia

All’interno dell’ecosistema rurale di Case Vecie dove da sempre si sono raccolti tartufi estivi in abbondanza, trova il suo naturale spazio anche una tartufaia. Piantata agli inizi degli anni ’90 con alberi micorizzati, ovvero adatti ad ospitare la simbiosi radicale con le spore dei tartufi (che sono pregiati funghi ipogei), è dedicata alla raccolta di tartufi neri, in particolare il Tartufo Nero Pregiato, Tuber melanosporum, e lo Scorzone, anche chiamato Tuber Aestivum, perché raccolto da giugno ad autunno inoltrato.

Brigaldara

La Cantina

A Brigaldara, il processo di vinificazione è sempre stato una parte cruciale dell’identità, modellata seguendo le intuizioni e le ricerche dal professor Roberto Ferrarini, l’enologo che più di ogni altro ha contribuito alla rinascita dell’Amarone in Valpolicella.

Il team di giovani enologi che oggi segue le vinificazioni proviene dalla sua scuola e persegue una visione innovativa. Uno stile improntato sulla tradizione, senza rinunciare alla bevibilità, alla freschezza e, sopra ogni cosa, al rispetto varietale di tutte le uve coltivata a Brigaldara, con particolare attenzione ai vitigni principe della zona, la Corvina, il Corvinone e la Rondinella, dal cui uvaggio nascono nuance e interpretazioni “territoriali” dell’Amarone e del Valpolicella, che contraddistinguono la produzione.

In cantina non esistono ricette. Esiste però il rispetto del vitigno, delle uve, della stagione, che cambiano di anno in anno. Il vino nasce da queste incognite, dall’impossibilità di una standardizzazione. Ma questa è la sua forza, la sua meraviglia.

Stefano Cesari

Una nuova leggerezza

Dagli anni ’80 a oggi, la Valpolicella ha inseguito uno stile di vino basato sulle grandi concentrazioni, creando Amarone con appassimenti, colore e residui zuccherini a volte estremi. Una moda che Brigaldara ha ripensato radicalmente, recuperando parte della freschezza e della leggerezza che era tipica dei vini della tradizione. Ne deriva uno stile pulito, rigoroso, attento alla bevibilità e alla preservazione dei profili aromatici delle uve, con concentrazioni alcoliche e zuccherine mai preponderanti, sempre attente a cogliere l’anima e l’espressività delle uve e dei territori da cui provengono.

Il doppio passaggio

Brigaldara è stata una delle prime cantine della Valpolicella a impostare un doppio passaggio in legno per l’affinamento dell’Amarone e del Recioto. Una tecnica che, a partire da vinificazioni separate per ciascun vigneto, pone i vini in barrique nella prima fase dell’affinamento, per poi completarla in botte grande da 20 e 25 ettolitri. Il legno piccolo favorisce l’ossigenazione e la fissazione del colore, mentre quello grande completa la maturazione del vino, donando rotondità, struttura e contribuendo a sviluppare la naturale aromaticità dei vitigni di partenza.

Brigaldara